A Padova stretta sul dress code e controllo dei social dei medici: pronti a mobilitarci!

Il Presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Padova, Domenico Crisarà, ha espresso l’intenzione di intervenire, anche fino alla sospensione dall’esercizio, per i medici che non rispettano un “habitus decoroso” e di organizzare dei corsi di formazione per insegnare ai futuri camici bianchi come utilizzare i social, ma soprattutto ciò che sia o meno etico diffondere.

Quelle di Crisarà sono affermazioni gravissime ed intenzioni estremamente pericolose, fondate su un’idea dell’essere medico che nulla ha a che fare con l’essenza della professione. Condanniamo le modalità autoritari ed unilaterali ed i toni quasi polizieschi («Mi diranno che sono un fascista retrogrado, bacchettone o di peggio, ma io vado avanti per la mia strada e finché sarò presidente dell’Ordine dei Medici di Padova, si fa come dico io»), che configurano un abuso di potere nonché un’idea del tutto alterata del ruolo che il Presidente dell’OMCeO dovrebbe svolgere.

Riteniamo intollerabile che un collega indichi come vestirsi, come apparire esteriormente, e lo ponga quale “marchio di garanzia” e di professionalità, o filtro per l’accessibilità alla professione. 

Riteniamo che l’applicazione di canoni estetici (soggettivi e variabili in base ad aspetti sociali e culturali) possa alimentare stigmatizzazioni e atteggiamenti giudicanti e marginalizzanti, soprattutto nei confronti delle minoranze. 

Rifiutiamo l’approccio “totalizzante” alla professione medica perché siamo medicɜ sempre, ma fuori dall’orario di lavoro siamo medicɜ che non lavorano ed abbiamo diritto, come tuttɜ, ad una vita privata in cui possiamo comportarci ed agire come riteniamo giusto, nei limiti previsti dalla legge per qualsiasi cittadinɜ. 

Riteniamo che il controllo dell’attività sui social possa rivelarsi un forte strumento di censura con una rischiosa deriva verso forme di controllo non solo nell’ambito estetico ma anche di pensiero e di posizioni politiche. Il passo dal controllo della foto del “medico in mutande” al “medico in manifestazione” è pericolosamente breve.

Crediamo infine che proporre corsi sul decoro nell’esercizio professionale sia inutile e dannoso, mentre sarebbe urgente implementare i corsi di studio in medicina con insegnamenti mirati a migliorare le competenze umane e sociali dellɜ studentɜ: dalla relazione medicǝ-paziente ai vari metodi comunicativi, dalla cultura non discriminatoria alla necessità di una costante equità di trattamento, dalla capacità di individuare e soppesare le disuguaglianze sociali al rispetto del segreto professionale. 

Presenteremo queste nostre preoccupazioni al Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri e ci opporremo nelle sedi preposte a queste iniziative (ben definite dalle stesse parole di Crisarà) “fasciste, retrograde, bacchettone”.

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