Taser: un pericolo per la nostra sicurezza

Il Taser non è un’arma a rischio zero e il barbaro omicidio dell’attivista di Black Lives Matter Keenan Anderson commesso dalla polizia americana il 3 Gennaio scorso è lì purtroppo a ricordarcelo.

Quasi un anno fa queste armi sono state date in dotazioni anche alle forze di polizia italiane destando in tuttз noi estrema preoccupazione, specialmente per i potenziali rischi del loro impiego sui soggetti più fragili.

Alcune inchieste giornalistiche come quella di Reuters del 2018, correla 1081 morti all’utilizzo di CEWs (Conducted energy weapons), di cui 163 accertate tramite autopsia negli Stati Uniti. Anche Amnesty International, lavorando sul caso, ha redatto un documento nel 2008 in cui evidenzia come la “non letalità dell’arma” sia chiaramente discutibile e di come questi dispositivi possano rivelarsi degli “strumenti di tortura” legalizzati a tutti gli effetti.

In ambito scientifico-accademico un documento chiave per comprendere le criticità dell’impiego del Taser è la revisione sistematica condotta dall’università olandese di Gronica del 2021 dal titolo : Human Health Risks of Conducted Electrical Weapon Exposure: A Systematic Review” di Baliatsas et al.

Da questa revisione sistematica della lettura scientifica, emerge chiaramente che:

●  la quasi totalità degli studi sul taser è condotta tra agenti delle forze dell’ordine che impiegano l’arma sui colleghi in regime di addestramento e quindi medicalmente controllato;

●  la grandezza dei campioni di popolazione negli studi è sempre molto ridotta e il tempo di esposizione mediamente è di massimo 15 secondi (durata che il caso di Keenan Anderson dimostra tragicamente essere diverso dal reale impiego dell’arma);

●  gran parte degli studi sono stati finanziati dall’azienda produttrice AXON;

●  si riscontra una scelta parziale degli outcome di salute analizzati ed un’eccessiva eterogeneità degli stessi;

●  non ci sono evidenze scientifiche sugli incidenti provocati dalla caduta a terra in seguito all’immobilizzazione tetanica dovuta alla scarica elettrica;

●  non sono presi in considerazione nelle linee guida sull’uso dell’arma quelli che possono essere i danni fisici provocati dall’inefficienza balistica dell’arma stessa e dalla penetrazione dei dardi;

●  scarsa rappresentatività delle popolazioni a rischio e assenza di studi organici sugli effetti che il Taser potrebbe avere su soggetti con rischi cardiovascolari, sotto l’effetto di sostanze da abuso o già in situazioni di agitazione psicomotoria per patologie croniche o stati acuti.

Alla luce di queste evidenze, riteniamo che il tema della sicurezza  vada affrontato con politiche mirate nei confronti della marginalità sociale e dell’inclusione dei più fragili, non dotando le forze di polizia di nuovi e ugualmente pericolosi strumenti repressivi.

Lanciamo pubblicamente un appello alle realtà associative e politiche per chiedere al governo l’immediata dismissione del taser da parte delle forze di polizia e l’introduzione dei codici identificativi. 

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Bibliografia e approfondimenti:

Human Health Risks of Conducted Electrical Weapon Exposure: A Systematic Review. Baliatsas C et al. JAMA Netw Open. 2021;4(2):e2037209. https://jamanetwork.com/journals/jamanetworkopen/fullarticle/2776303

https://www.reuters.com/investigates/section/usa-taser/

https://www.amnesty.ch/de/themen/weitere/taser/dok/2008/taser-bericht/Taser-Report-Less-than-lethal_USA.pdf

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